Nuovi tagli alle tariffe in Cina per ridurre i costi dei produttori e dei consumatori.
Il 26 settembre la Cina annuncia nuovi tagli alle tariffe al fine di ridurre ulteriormente i costi per i produttori e i consumatori; assieme alle riduzioni annunciate all’inizio di quest’anno, i tagli alle tariffe cinesi dovrebbero così abbassare i costi di importazione di 60 miliardi di RMB (8,73 USD) entro il 2019.
Sebbene gli alti tassi delle tariffe cinesi siano stati un motivo di attacco per il Presidente americano Donald Trump all’interno della guerra commerciale, questi tagli alle tariffe non devono essere intesi come una concessione sui negoziati commerciali. Piuttosto, come un provvedimento per mitigare l’impatto delle tariffe americane sulle aziende cinesi.
L’ultimo round sui tagli delle tariffe inizierà il primo di novembre del 2018 e ridurrà le tariffe di 1585 articoli tassabili.
Il taglio alle tariffe riguarderà in particolare prodotti quali: macchinari, tessuti, prodotti di carta e materiali da costruzione.
Secondo quanto dichiarato dal Consiglio di Stato la riduzione delle tariffe includerà:
– Apparecchi elettronici e altri prodotti industriali che verranno ridotti dal 12,2% all’8,8%
– Tessuti e materiali da costruzione ridotti dall’11,5% al 8,4%
– Prodotti di carta e altri prodotti che passeranno dal 6,6% al 5,4%
L’abbassamento dei costi per i produttori in Cina.
Mentre gli ultimi due round sui tagli delle tariffe si erano concentrati principalmente sui beni di consumo, in questo round viene data maggiore importanza ai prodotti industriali e ai materiali utilizzati per la produzione.
Il rilassamento tariffario si tradurrà in un significativo risparmio di costi per le imprese che importano i prodotti colpiti dalla guerra commerciale USA-Cina; infatti, durante i primi otto mesi dell’anno, la Cina ha importato macchinari e apparecchi elettronici per un valore di 632 miliardi di USD. I nuovi tagli tariffari dovrebbero quindi compensare parzialmente le alte imposizioni tariffarie americane.
Le riforme sotto l’aspetto dell’offerta in Cina.
Mentre il tempismo del taglio delle tariffe può essere collegato alla guerra commerciale da un lato, dall’altro rientra nel progetto più ampio della riforma dell’offerta cinese: la Cina infatti mira a rilanciare i consumi interni, ad abbassare i costi per fare affari e a migliorare le proprie capacità di produzione.
L’anno scorso, prima che iniziasse seriamente la disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina, quest’ultima ha tagliato i costi su una serie di beni di consumo.
Cosi, la riduzione delle tariffe di importazione risulta essere solo l’ultima, di una serie di mosse che la Cina sta perseguendo per rafforzare le proprie basi macroeconomiche. Altre mosse sono: l’espansione del rimborso fiscale sull’export, riduzione delle tasse per le piccole e micro imprese, riduzione delle tariffe per determinati Paesi e incentivi regionali per gli investimenti diretti esteri.
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