Spostamento della produzione nell’entroterra cinese: un’alternativa al reshoring
Le province interne della Cina stanno rapidamente diventando il nuovo centro dell’industria manifatturiera del Paese, come dimostra la crescita delle esportazioni dalle province centrali e occidentali. Offrendo costi di produzione inferiori, pur rimanendo profondamente integrate nelle catene di approvvigionamento esistenti, queste aree offrono un’alternativa convincente alle aziende che cercano di trasferirsi dai più costosi centri di produzione della Cina orientale e meridionale. Esaminiamo i potenziali vantaggi della produzione nell’entroterra cinese, compresi i costi, le risorse e le politiche preferenziali.
Con il costante aumento dei costi di produzione nelle regioni orientali della Cina, sempre più aziende stanno prendendo in considerazione le loro opzioni di reshoring. Questo può riguardare la delocalizzazione di tutta la produzione in Paesi vicini a basso costo, spesso nel sud-est asiatico, o può comportare il trasferimento di una sola parte del processo di produzione, come parte della cosiddetta strategia “Cina+”.
Molte aziende stanno tuttavia scegliendo di rimanere all’interno del Paese e di trasferire i loro impianti produttivi in località a basso costo nelle province centrali e occidentali della Cina.
Questo cambiamento delle sedi produttive è guidato da una combinazione di fattori, tra cui costi di produzione inferiori, maggiore capacità produttiva e migliore integrazione con le catene di approvvigionamento rispetto alle alternative offshore. Inoltre, anni di politiche e incentivi governativi, e la disponibilità di risorse energetiche rinnovabili stanno rendendo l’entroterra cinese una destinazione sempre più attraente per le aziende che cercano di ottimizzare i propri processi produttivi.
Crescita delle esportazioni nelle regioni centro-occidentali
Negli ultimi decenni, l’industria manifatturiera nell’entroterra cinese, in particolare nelle province occidentali e centrali, è migliorata notevolmente, come dimostra la crescita delle esportazioni della regione.
Tra il 2014 e il 2022, le esportazioni annuali totali delle province occidentali della Cina (Chongqing, Gansu, Guangxi, Guizhou, Mongolia Interna, Ningxia, Qinghai, Shaanxi, Sichuan, Tibet, Xinjiang e Yunnan) sono cresciute da 1,34 trilioni di RMB (217,5 miliardi di dollari) a 2,34 trilioni di RMB (319,8 miliardi di dollari), con un CAGR del 7,25%.
Le regioni centrali, pur costituendo complessivamente un numero inferiore di province (Anhui, Henan, Hubei, Hunan, Jiangxi e Shanxi), sono cresciute ancora più velocemente, passando da 974,2 miliardi di RMB nel 2014 a 2,57 trilioni di RMB nel 2022. Tutte e sei le province centrali hanno registrato un CAGR di oltre il 10% tra il 2014 e il 2022, con le esportazioni dello Hunan che sono cresciute a un CAGR del 19,6%.
Le province occidentali con la più alta crescita di esportazioni includono Shaanxi, Guangxi e Sichuan, che sono cresciute a un CAGR rispettivamente del 17%, 11,8% e 10,7% tra il 2014 e il 2022.
Anche la composizione delle esportazioni delle province centrali e occidentali indica un aumento dell’industria manifatturiera, in particolare dei beni ad alta intensità di manodopera. I dati mostrano che nel 2022 le regioni centrali, occidentali e nord-orientali della Cina hanno rappresentato il 29,4% del commercio totale di trasformazione del Paese, con un aumento di 7,4 punti percentuali rispetto al 2017.
Un’altra indicazione della crescita dell’industria manifatturiera nell’entroterra cinese sono i cambiamenti nei modelli migratori interni del Paese. Anche se i decenni passati hanno visto un enorme esodo di lavoratori dalle regioni centrali e occidentali verso le potenze manifatturiere orientali, questo fenomeno si è gradualmente invertito.
Gli ultimi dati dell’Ufficio Nazionale cinese di Statistica (NBS) sul movimento dei lavoratori migranti (in genere, persone che lasciano le aree rurali per trovare lavoro nelle aree urbane) indicano che le persone cercano sempre più lavoro vicino a casa.
Dei 295,62 milioni di lavoratori migranti registrati nel 2022, il 58,9% ha scelto di rimanere all’interno della propria provincia, in leggero aumento rispetto al 2021, mentre il 41,1% per trovare lavoro ha viaggiato fuori provincia. Inoltre, il numero di lavoratori migranti che si spostano verso le regioni centrali e occidentali è aumentato più rapidamente del numero di lavoratori che si spostano verso est. Nel 2022, il numero di lavoratori migranti impiegati nelle province orientali è aumentato solo dello 0,1% su base annua, mentre il numero di occupati nelle province centrali è aumentato del 3% su base annua. Nelle province occidentali, il numero è aumentato del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Fattori come l’aumento del costo della vita e il cambiamento delle preferenze lavorative sono fondamentali per comprendere i cambiamenti, così come la disponibilità di posti di lavoro di qualità.
I fattori di attrazione della Cina interna per le aziende straniere
Le regioni interne della Cina offrono una serie di vantaggi di grande attrattività per le aziende straniere che cercano alternative a basso costo rispetto ai tradizionali centri di produzione situati sulla costa. Questi fattori variano a seconda del settore industriale. Mentre i settori ad alta intensità di manodopera e sensibili ai costi possono essere attratti principalmente da salari più bassi e da superfici più economiche, i settori ad alta intensità energetica stanno anche valutando la disponibilità di fonti energetiche più economiche, in particolare quelle rinnovabili.
Negli ultimi decenni i salari minimi in Cina sono aumentati considerevolmente, con i minimi più alti del Paese nelle città costiere. Al momento della stesura di questo articolo, nel 2023, tutte le province e i comuni con un salario minimo regionale di 2.200 RMB (300,65 dollari) o superiore, si trovano nella Cina orientale. La provincia con il salario minimo mensile più basso nel 2023 è quella del Gansu, con 1.820 RMB (248,72 dollari) al mese.
Intanto gli stipendi nel settore privato sono aumentati da una media di 32.706 RMB (5.318 dollari) all’anno nel 2013 a 65.237 RMB (8.915 dollari) all’anno nel 2022. Tuttavia, gli stipendi medi annuali differiscono considerevolmente da un paese all’altro, con un ampio divario tra le province orientali più ricche e le province centrali e occidentali. Mentre lo stipendio medio annuo del settore privato nella provincia del Guangdong nel 2022 era di 77.657 RMB (10.613 dollari), nell’Henan era di soli 47.918 RMB (6.548,5 dollari), mentre nel Guangxi era di 49.951 RMB (6.826 dollari).
Anche il cambiamento dei modelli migratori interni della Cina e il cambiamento demografico possono contribuire ad accelerare l’aumento dei salari nelle province orientali. La combinazione fra bassi tassi di natalità e popolazione che invecchia e una minore migrazione interna rischia di esacerbare la carenza di manodopera nelle province orientali più costose, spingendo ulteriormente al rialzo la pressione sui salari.
Un altro fattore che fa salire i costi di produzione in Cina è l’aumento dei prezzi dei terreni industriali. Sebbene il costo dei terreni per uso industriale rimanga notevolmente inferiore a quello dei terreni per uso residenziale, i prezzi nelle città costiere orientali sono comunque diventati più inaccessibili, in particolare per le imprese più piccole e sensibili ai costi.
Le città costiere come Ningbo, Zhejiang e Shanghai hanno alcuni dei più alti costi di terreno industriale del Paese per metro quadrato, mentre anche le città più grandi dell’entroterra sono considerevolmente più economiche. Con gli ultimi dati disponibili del Settembre 2021, il costo medio dei terreni industriali a Shanghai era di 1.975 RMB (269,9 dollari) per metro quadrato e a Ningbo era di 1.287 RMB (175,9 dollari) per metro quadrato.
A Nanchang, la capitale provinciale dello Jiangxi, il prezzo era di 405 RMB (55,4 dollari) al metro quadrato, mentre nella municipalità di Chongqing era di 480 RMB (65,6 dollari) al metro quadrato.
Per l’industria manifatturiera ad alta intensità energetica, una delle principali attrattive per le province interne della Cina è la disponibilità e la vicinanza di risorse energetiche più economiche, in particolare le energie rinnovabili.
Le remote e scarsamente popolate province occidentali, in particolare, hanno ampio accesso alla terra e alle energie rinnovabili sotto forma di energia eolica, solare e idroelettrica.
Vale anche la pena notare che, quando si tratta di reshoring, la forza schiacciante delle catene di approvvigionamento cinesi gioca un ruolo importante nell’attrattività delle province interne rispetto ai Paesi vicini.
Sebbene lo spostamento della produzione nell’entroterra cinese aumenti i tempi e i costi di spedizione, queste province sono anche molto più vicine alla fonte delle materie prime e sono più profondamente integrate nelle catene di approvvigionamento esistenti, rispetto alle industrie del sud-est asiatico e di altre destinazioni di reshoring.
Politiche per il trasferimento industriale verso la Cina centrale e occidentale
La politica di trasferimento dell’industria manifatturiera e industriale dall’est all’ovest risale almeno al 2010, quando il Consiglio di Stato ha emesso una serie di pareri sull’avvio del “trasferimento industriale” nelle regioni centrali e occidentali. Questi pareri indicano anche la strategia del “trasferimento del gradiente” (梯度转移), in particolare nel campo dello sviluppo del commercio di trasformazione.
All’inizio del 2022, un raggruppamenot di dipartimenti governativi ha emanato una serie di pareri sulla “promozione del trasferimento ordinato delle industrie manifatturiere”, proponendo misure per garantire che le province centrali, occidentali e nord-orientali avessero la capacità di affrontare questo trasferimento. Questi pareri promuovono in particolare il trasferimento delle industrie ad alta intensità di lavoro in “aree con abbondante manodopera e trasporti convenienti nelle regioni centrali e occidentali”. Inoltre, si cerca di promuovere il trasferimento delle industrie ad alta intensità tecnologica in aree “ricche di fattori di innovazione e solide basi industriali” nelle regioni centrali, occidentali e nord-orientali.
Incoraggiamento degli investimenti esteri nell’entroterra cinese
Nel corso degli anni, il Governo ha emanato diversi documenti politici e attuato vari incentivi per attrarre investimenti stranieri nell’entroterra cinese. Una circolare del 2017 che illustra diverse misure per aumentare gli investimenti esteri ha chiesto, tra le altre proposte, di sostenere le “regioni centrali, occidentali e nord-orientali nel trasferimento di industrie a capitale straniero”.
Le misure proposte nella circolare includono l’offerta di politiche preferenziali in materia di capitale e terra, oltre ad altri sostegni statali per il trasferimento industriale e il commercio di trasformazione alle FIE che si trasferiscono nella Cina centrale, occidentale e nord-orientale.
Dal 2001, le autorità fiscali cinesi hanno anche previsto un’aliquota ridotta del 15% dell’imposta sul reddito delle società (CIT) per le imprese che operano in alcuni settori beneficiari nelle province occidentali. Questa misura, prorogata due volte nel 2010 e nel 2020, si applica sia alle imprese straniere che a quelle nazionali che operano in alcuni settori incoraggiati nelle province occidentali, nonché in alcune aree delle province centrali e nord-orientali (prefetture autonome di Xiangxi Tujia e Miao nello Hunan, prefetture autonome di Enshi Tujia e Miao nell’Hubei, prefettura autonoma coreana di Yanbian nel Jilin, e la città di Ganzhou nello Jiangxi).
Per le aziende straniere e nazionali i settori ammissibili sono diversi. Va tenuto in considerazione che:
- Per le società straniere, sono inclusi tutti i settori industriali elencati nel Catalogo delle industrie incoraggiate per gli investimenti esteri (edizione 2022), mentre per le società nazionali, sono inclusi i settori incoraggiati elencati nel Catalogo guida per l’adeguamento della struttura industriale (edizione 2021) e nel Catalogo delle industrie incoraggiate nelle regioni occidentali (edizione 2020). I settori industriali in quest’ultimo catalogo differiscono da provincia a provincia e vengono aggiornati periodicamente, ma generalmente includono settori tecnologici di fascia alta, manifatturiero, farmaceutico e commercio internazionale.
- Mentre l’aliquota CIT ridotta del 15% è prevista anche in altre aree della Cina, la sua applicazione nelle province occidentali si applica alle aziende che operano in qualsiasi area della provincia e non è limitata a determinate zone industriali e di sviluppo come nel caso della Cina orientale.
- Questa politica è attualmente in vigore fino alla fine del 2030.
Miglioramento delle infrastrutture e della fornitura di risorse nell’entroterra cinese
Di pari passo con le politiche di cui sopra, si stanno compiendo sforzi per migliorare le infrastrutture e le capacità tecnologiche della regione, rendendola così una destinazione più attraente per gli investimenti esteri.
Negli ultimi anni, i governi centrali e regionali della Cina hanno proposto progetti di sviluppo e pubblicato documenti politici, cercando di sfruttare i vantaggi esistenti nelle province occidentali e centrali, per costruire capacità locali e infrastrutture per le industrie produttive.
Sono un esempio il progetto “West-East natural gas transmission project”, il “West-East electricity transmission project” e, più recentemente, il progetto “Eastern Data, Western Computing”. Quest’ultimo vedrà la creazione di più “centri di calcolo” nelle regioni occidentali e centrali della Cina, che elaboreranno e memorizzeranno le enormi quantità di dati prodotti dalle industrie della Cina orientale. Si auspica che questo possa aumentare la domanda di servizi informatici nella Cina occidentale, riducendo così la pressione sui centri di dati nelle province costiere.
Anche le province occidentali della Cina hanno creato attivamente nuove zone industriali e di sviluppo, consentendo l’afflusso di aziende manifatturiere. Dal 2019 sono state istituite zone di libero scambio (FTZ) nelle province di Yunnan, Guangxi, Shaanxi, Hunan, Guangxi, Anhui, Henan e Hubei. Nell’ottobre 2023, il Consiglio di Stato ha anche approvato l’istituzione di una ZLS nello Xinjiang.
Il Chengdu-Chongqing Twin City Circle, un ambizioso progetto di sviluppo inaugurato nel 2021, mira a sviluppare vari settori manifatturieri tra i quali la produzione di materiali avanzati, accessori per automobili e motociclette, attrezzature, energia e prodotti chimici.
La Cina ha anche sfruttato l’immenso potenziale energetico dell’Occidente con la costruzione di diversi importanti progetti di energia rinnovabile. Ad esempio, nel 2022, ha lanciato un piano per costruire 455 GW di capacità di energia solare ed eolica nelle vaste regioni desertiche del Paese (che coprono, in generale, le province occidentali della Mongolia Interna, del Gansu e dello Xinjiang), con l’obiettivo di installare 200 GW di capacità entro il 2025 e altri 255 GW entro il 2030, per il 60% solare e per il 40% eolica. In futuro, questo potrebbe rappresentare un vantaggio significativo per le industrie ad alta intensità energetica che cercano una fonte di approvvigionamento energetico più verde e a basso costo.
All’inizio di ottobre 2023, il Consiglio di Stato ha emesso una serie di pareri riguardanti la promozione dello sviluppo della Mongolia Interna, che viene descritta come “importante base energetica e strategica per le risorse nazionali”. Per quanto riguarda il trasferimento industriale, i pareri incoraggiano il consumo locale di nuova energia e sostengono “il trasferimento, verso i parchi a basse e zero emissioni di carbonio della Mongolia Interna, di industrie avanzate verdi e ad alta energia”.
Considerazioni per le società estere
La decisione di spostare la produzione nell’entroterra cinese dipenderà in gran parte dai motivi di base della decisione di trasferimento al di fuori dalla Cina orientale. Per le aziende che operano in settori ad alta intensità di manodopera e in settori sensibili ai costi, il luogo ideale per un nuovo insediamento può essere un’area urbana di livello inferiore, nella Cina centrale o nelle province occidentali più vicine. Un’azienda impegnata nella produzione ad alta intensità energetica può cercare un’area a bassa densità con migliori risorse naturali. Possono inoltre essere presi in considerazione anche fattori quali il settore industriale e le capacità tecnologiche, le infrastrutture e i pool di talenti disponibili nelle singole città, nei parchi industriali e nelle zone di sviluppo.
La decisione di spostare la produzione nell’entroterra cinese richiederà una ricerca approfondita sui vantaggi e gli svantaggi delle varie località. Le considerazioni includeranno una vasta gamma di fattori, tra cui la disponibilità di terreni, manodopera, materie prime e altre risorse, i costi operativi regionali, le politiche di supporto locali e molto altro.
L’analisi della posizione diventa ancora più complessa quando si considerano più paesi come possibili destinazioni, poiché sarà necessaria la conoscenza delle normative locali del settore e altre considerazioni di conformità, oltre alla conoscenza delle condizioni operative locali.
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