Riforma dell’Hukou indispensabile per garantire la stabilità del sistema economico e sociale Cinese
20 luglio – Molti esperti hanno di recente sottolineato la sostanziale incompatibilità tra l’attuale sistema di registrazione del nucleo familiare (Hukou system) e l’attuazione delle riforme pianificate dal governo cinese, le quali si propongono di raggiungere una certa diversificazione della forza lavoro accompagnata da una crescita economica stabile nel lungo periodo.
L’attuale sistema di registrazione del nucleo familiare (Hukou), rimasto in gran parte immutato dagli anni cinquanta in cui fu istituito limita la possibilità dei cittadini cinesi di trasferirsi liberamente all’interno del paese. Il meccanismo da esso stabilito prevede infatti la definizione di una provincia di residenza al di fuori della quale il cittadino cinese non potrà beneficiare di una serie di benefit sociali ed economici, scoraggiandone così lo spostamento. Tra le limitazioni previste vi sono per esempio: restrizioni nell’accesso all’edilizia popolare, alla pubblica istruzione, all’assistenza sanitaria, alle pensioni e ai sussidi di disoccupazione.
Come se non bastasse, molte città hanno inoltre implementato politiche locali atte a svantaggiare i non residenti nell’acquisto di proprietà e nella richiesta di immatricolazioni, rendendo così il trasferimento in un’altra provincia una scelta ancora più sconveniente per i lavoratori.
Le nuove leggi approvate da Pechino all’inizio di quest’anno estremizzano ulteriormente le conseguenze di tale sistema; esse vietano infatti l’acquisto della casa a coloro che non forniscano prove sufficienti sui pagamenti dei contributi di sicurezza sociale e delle tasse locali per 5 anni consecutivi.
Gli Hukou si dividono in due categorie: rurali ed urbani. Tale differenza di denominazione è spesso l’unica discriminante in termini di trattamento politico e sociale tra migranti e residenti.
Queste classificazioni sono generalmente ereditarie e quindi difficilmente modificabili senza approvazione governativa.
Il sistema Hukou è stato inizialmente creato per contenere l’afflusso di migranti dalle aree rurali alle zone urbane, in un periodo in cui l’economia cinese si stava sviluppando rapidamente e la crescita si concentrava sulla costa orientale attorno alle aree chiave di Shanghai, Pechino e Guangzhou.
Tuttavia, anche in considerazione della rinnovata attenzione che il nuovo piano quinquennale presta al problema dei migranti, molti critici hanno espresso praticabile timori riguardo la praticabilità futura del modello Hukou, vista la nuova direzione di crescita che la Cina intende perseguire.
In una relazione pubblicata nel mese di aprile, la Camera di commercio americana in Cina ha che sottolineato come “gli ingenti spostamenti di popolazione forniranno un impulso strutturale per una crescita di medio termine dei salari più rapida di quella del PIL reale; tuttavia, l’Hukou system e le conseguenti iniquità sociali e di welfare tra le aree urbane e quelle rurali continueranno a limitare la flessibilità del mercato del lavoro”.
Al fine di perseguire uno sviluppo il più possibile equilibrato ed omogeneo attraverso tutto il paese, il mantenimento di una forza lavoro istruita e di qualità nelle aree in cui ve ne è necessità costituirà ad essere una delle principali preoccupazioni per i leader del paese e per i datori di lavoro.
Mentre il governo continua a concentrare i propri sforzi sullo sviluppo delle regioni occidentali e centrali del paese, i trend attuali indicano che i lavoratori rurali stanno scegliendo di rimanere nelle loro città, da una parte a causa a causa del crescente costo della vita nelle grandi città e per evitare i fastidi di vivere senza un’Hukou urbano, dall’altra per rimanere vicini alle proprie famiglie. Ironicamente, le città più grandi sperano ora di invertire questo trend tramite l’aumento dei salari minimi e l’offerta selettiva di Hukou urbani, garantendosi così anche una scelta degli individui da accettare.
Già in precedenza ai cittadini più benestanti era stata concessa la possibilità di acquistare un Hukou “urbano” nell’ambito della politica del “Blue Stamp” – uno schema di gestione della popolazione istituito dal governo cinese nel 1992. A quasi vent’anni da quella data, la municipalità di Shanghai spera oggi di attirare giovani lavoratori migranti tra i venticinque e i trentacinque anni, al fine di “ricostituire un bacino di lavoratori che ha iniziato a prosciugarsi” in una città dove la popolazione sta affrontando una fase di rapido invecchiamento e di bassa natalità, ha dichiarato XieLingli, direttore della commissione per la popolazione e la pianificazione familiare di Shanghai.
Entro il 2015 è infatti prevista una diminuzione quasi vicina all’otto per cento della disponibilità di forza lavoro in città.
L’amministrazione dell’Hukou non ha conseguenze solo pubblica dal punto di vista dell’ordine pubblico e da quello dei lavoratori, ma anche da quello dei datori di lavoro, che sostengono gli oneri di coprire la security previdenza sociale dei dipendenti.
Alcune aree stanno ora cercando di abolire l’Hukou system e le sue implicazioni. Tra di esse, ad esempio, la città di Chengdu (Sichuan) ha iniziato uno dei primi programmi pilota per l’eliminazione delle differenze tra Hukou urbani e rurali.
Il progetto del governo centrale ci creare la più grande area urbana del mondo nel delta del Pearl River, collegando non meno di nove città insieme, avrà senza dubbio notevoli effetti sul sistema Hukou. Dal momento che il 12 ° Piano Quinquennale prevede di “garantire e migliorare il benessere della popolazione”, nonché di “promuovere uno sviluppo economico di lungo termine costante e rapido che mantenga l’armonia sociale e la stabilità”, fornire i mezzi appropriati ai i cittadini per una maggiore mobilità sociale e geografica all’interno del paese dovrebbe diventare una priorità più di quanto non lo fosse mai stata in passato.
Data la complessità di questo sistema, le sue radici storiche, ed i suoi effetti sulle economie e amministrazioni locali, è improbabile che possa essere completamente stravolto in un prossimo futuro. Tuttavia, il governo cinese dovrà fare di più che semplicemente includere “la riforma Hukou” nella sua agenda anno dopo anno, e dovrà promuovere cambiamenti pratici che facciano sparire la nozione di “cittadini di seconda classe” dalle città cinesi.
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