Analisi del Catalogo degli investimenti esteri 2015
Il 10 marzo 2015, il tanto atteso “Catalogo degli investimenti stranieri (2015)” è stato pubblicato dalla Commissione per le Riforme e lo Sviluppo Nazionale e dal Ministero del Commercio. Il Catalogo è entrato in vigore il 10 aprile 2015.
Il Catalogo comprende gli elenchi degli investimenti incoraggiati, limitati con restrizioni e proibiti. Le società straniere che operano nei settori incoraggiati possono beneficiare di politiche preferenziali come esenzioni doganali per macchinari importati o incentivi fiscali. Per i settori elencati come limitati, gli investitori spesso hanno bisogno di una approvazione preventiva da parte del governo. Talvolta alcuni di questi settori hanno un limite sul numero di azioni che una società straniera può possedere. Per quanto riguarda i settori non inclusi nel catalogo, gli investitori hanno solo bisogno di completare le procedure burocratiche con le amministrazioni locali.
A differenza della precedente bozza pubblicata nel novembre 2014, la versione finale cancella le restrizioni nel settore dei servizi come contabilità e revisione dei conti, consulenza legale e studi di mercato, mentre incoraggia gli investimenti stranieri in Ricerca e Sviluppo (R&S) nel medicale e nelle tecnologie. Seguendo il nostro precedente articolo sulla bozza, proviamo a sintetizzare le maggiori modifiche rispetto sia alla bozza del 2014 sia alla regolamentazione precedente.
Settori incoraggiati
Degno di nota è il fatto che gli investitori esteri sono ora incoraggiati a creare e gestire case di cura di proprietà completamente straniera. Lo scorso anno il governo cinese ha emanato regole mirate ad incoraggiare lo sviluppo del settore dell’assistenza agli anziani prevedendo incentivi fiscali e sussidi sia strutture straniere che per quelle locali.
Pur essendo la contabilità e la revisione dei conti anch’esse inserite nella lista degli investimenti incoraggiati, la versione finale specifica tuttavia che le imprese di contabilità a partecipazione straniera devono avere un cittadino cinese come socio principale.
Per saperne di più: 2011 Foreign Investment Industrial Guidance Catalogue Promulgated
Settori limitati
Numerose restrizioni nella manifattura, nella vendita all’ingrosso ed al dettaglio, così come nell’immobiliare sono state abolite. Rispetto alla lista del 2011, sono state rimosse restrizioni ad un totale di quarantuno settori.
Il nuovo Catalogo ora permette agli investitori stranieri di costituire società di telecomunicazioni per fornire sevizi di telecomunicazione di base e servizi di telecomunicazione a valore aggiunto (VATS). La società straniera può possedere fino al 50 per cento delle azioni nelle imprese che forniscono VATS e fino al 49 per cento in quelle che forniscono servizi di telecomunicazione di base. Fondamentalmente, tutte le restrizioni sulle imprese dell’e-commerce sono state abolite, il che significa che da aprile 2015 soggetti stranieri posso investire e costituire imprese che si occupano di e-commerce.
Gli investitori stranieri sono ora autorizzati anche a stabilire ospedali a partecipazione straniera con un socio cinese.
Come ampiamente descritto nella bozza del 2014, il settore finanziario è stato largamente liberalizzato. Per ulteriori dettagli sull’abolizione di queste limitazioni si può fare riferimento ad un nostro articolo precedente.
Nuove restrizioni sono state aggiunte, invece, nei settori dell’istruzione, delle iniziative culturali e dell’intrattenimento, così come nella conduzione di ricerche di mercato.
Se il Catalogo del 2011 limitava soltanto gli investimenti nelle scuole superiori cinesi, ora le restrizioni sono estese all’istruzione prescolare ed all’istruzione terziaria. In tutti gli altri casi, gli istituti di istruzione devono ricadere in forma di joint-venture. La partecipazione cinese non e’ limitata all’investimento, bensì si estende anche a ruoli amministrativi cioè il direttore o l’amministratore principale in un istituto di istruzione a partecipazione straniera deve essere un cittadino cinese. La partecipazione cinese deve costituire la metà dei membri nel consiglio di amministrazione o nel consiglio di gestione congiunta.
Le restrizioni sul settore culturale e dell’intrattenimento, mentre originariamente rimosse dalla bozza del 2014, sono ciononostante rimaste nella versione finale in vigore. Nello specifico:
- Stampa (parte cinese come socio di maggioranza)
- Costruzione e gestione di teatri e cinema (parte cinese come socio di maggioranza)
- Costruzione e gestione di grandi parchi tematici (previa approvazione preventiva del governo)
- Gestione di istituti di intermediazione (parte cinese come socio di maggioranza)
Per condurre ricerche di mercato, gli stranieri ora devono avere un socio cinese che svolga funzioni di controllo per condurre rilevamenti di audience (per esempio, ascolti radio o visualizzazioni televisive). Nel Catalogo del 2011, gli investitori stranieri erano autorizzati ad agire come azionista di controllo nella joint venture per condurre qualsiasi tipo di studio di mercato.
Per saperne di più: Further Liberalization for E-commerce in the Shanghai FTZ
Settori proibiti agli investimenti esteri
Il catalogo rivisitato introduce nuovi divieti perentori agli investimenti stranieri in alcuni settori, tra i quali:
- Produzione di piante geneticamente modificate
- Lavorazione del petrolio greggio
- Lavorazione e produzione di combustibile nucleare
- Vendita di tabacco
- Gestione di negozi di antiquariato e di case d’asta per la vendita di cimeli culturali cinesi
- Gestione società teatrali
- Case di produzione di audio/video e altre pubblicazioni elettroniche/digitali
Un altro punto da sottolineare è quello per cui la “pubblicazione di registrazioni audio/video e pubblicazioni elettroniche” era stato precedentemente rimossa dalla lista dei settori proibiti nella bozza del 2014.
Una versione in lingua cinese del nuovo Catalogo è disponibile cliccando qui.
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