Italia e Cina firmano un nuovo accordo sulla doppia imposizione fiscale
Firmato il nuovo accordo tra Italia e Cina sulla doppia imposizione fiscale
Italia e Cina hanno aggiornato gli accordi bilaterali sulla doppia imposizione fiscale (Double Tax Agreement, DTA) per incoraggiare gli investimenti e favorire una maggiore stabilità fiscale con l’avvicinarsi dei due Paesi da un punto di vista economico.
Il 23 Marzo 2019 è stata annunciata la firma del nuovo DTA, che rivede in parte i precedenti accordi del 1986.
Se gli accordi precedenti avevano abbattuto molte delle barriere che impedivano gli scambi commerciali, investimenti e scambi di informazioni transnazionali, il nuovo DTA fornirà termini ancora più favorevoli per gli investitori cinesi ed italiani nel condurre affari tra i due Paesi.
Introduzione alle modifiche principali nel DTA tra Italia e Cina
Le modifiche più evidenti nell’accordo riguardano la tassazione di dividendi, interessi e pagamenti di royalties, oltre che i guadagni in conto capitale (capital gains). Gli investitori italiani in Cina dovrebbero quindi esaminare le recenti modifiche per organizzare ed ottimizzare le proprie responsabilità fiscali di conseguenza.
Il nuovo DTA stabilisce che i titolari effettivi di partecipazioni dirette di almeno il 25% del capitale della società che paga i dividendi, detenute per un periodo di almeno 365 giorni, potranno richiedere di beneficiare di un’aliquota fiscale ridotta al 5%, rispetto all’aliquota standard del 10% prevista dalla legge in Cina.
Gli investitori saranno inoltre soggetti ad un’aliquota ridotta all’8% – rispetto all’iniziale 10% – sugli interessi sui prestiti contratti per progetti d’investimento. Inoltre, gli investitori potranno godere di esenzioni fiscali per i pagamenti degli interessi sui titoli rilasciati da specifiche istituzioni finanziarie italiane.
La tassazione sulle royalties sui diritti o sui diritti d’uso di dotazioni industriali, commerciali e scientifiche, sarà soggetta ad un’aliquota ridotta al 5% rispetto alla precedente aliquota del 7%. Va sottolineato che questa misura costituisce un trattamento preferenziale per l’Italia rispetto agli altri Paesi d’Europa che hanno stipulato accordi bilaterali sulla doppia imposizione fiscale, che in linea di massima sono soggetti ad un’aliquota fiscale almeno del 6% sulle royalties.
Per quanto riguarda i guadagni in conto capitale, il nuovo DTA stabilisce che solo i guadagni in conto capitale detenuti con un livello di partecipazione almeno del 25% in qualsiasi momento nei 12 mesi precedenti la vendita sarà soggetto a tassazione. Inoltre, tutti i guadagni in conto capitale non espressamente regolamentati saranno tassabili solo nel Paese della residenza fiscale del venditore.
La seguente tabella riassume le modifiche chiave agli accordi e gli effetti auspicati dal DTA.
Approfondimento dei legami bilaterali
Le agevolazioni fiscali e gli incentivi introdotti dal DTA aggiornato mirano ad incoraggiare il commercio e gli investimenti tra i due Paesi, facilitando al contempo lo sviluppo degli affari.
Nel corso della visita ufficiale del presidente cinese Xi Jinping in Italia a fine marzo, l’Italia è diventata, non senza alcune polemiche, il primo Paese dell’Unione Europea ad appoggiare la Belt and Road Initiative (BRI) cinese, con la firma di un Memorandum d’Intesa a sostegno del progetto infrastrutturale globale. Le due parti hanno poi stretto accordi per il valore di 2,8 miliardi di dollari americani nel corso della visita ufficiale.
Paul Dwyer, responsabile di International Tax and Transfer Pricing Practice presso Dezan Shira & Associates, ha commentato che “Alla luce della partecipazione attiva dell’Italia nel progetto BRI della Cina e di un clima tra Unione Europea e Cina come quello attuale, il nuovo accordo mira a promuovere ulteriormente e accrescere la cooperazione bilaterale tra i due Paesi”.
Il nuovo accordo, di conseguenza, avviene in un contesto in cui vengono approfonditi i legami economici tra Italia e Cina. Con l’aumentare dell’interscambio tra le due economie, il nuovo testo dell’accordo mira a rafforzare gli investimenti transnazionali e ad accrescere la stabilità fiscale tra le due nazioni.
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