Cina ed Asia: I corridoi per il libero commercio e gli accordi sui benefici fiscali.

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Nel corso degli ultimi cinque anni, sia la Cina che la maggior parte dei Paesi asiatici ha applicato con rigore gli accordi sulla doppia imposizione fiscale e di libero scambio. L’aumento generale dei prezzi in Cina – combinato con una nuova classe emergente di consumatori  – ha determinato una rapida crescita degli scambi commerciali intra-asiatici. Mentre il presidente cinese Xi Jinping ha indicato che il ritmo di crescita del paese sara’ piu’ stabile – fissando il nuovo obiettivo del PIL al 7 percento – i corridoi commerciali cinesi sono, al contrario, in fase di rapido sviluppo. Lo schema in basso mostra quale sia la prospettiva di crescita dovuta dagli scambi commerciali tra Cina e stati membri dell’ASEAN. Sono inoltre presentati i dati relativi agli scambi della Cina con l’India ed i cinque membri ASEAN con l’industria manifatturiera piu’ sviluppata.

Tutte le cifre sono stime del 2014.

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In particolare, tre delle stime sopra riportate risultano di particolare interesse:

  • gli scambi con l’ASEAN nel suo complesso dovrebbero raggiungere i mille miliardi di dollari entro il 2020;
  • gli scambi commerciali tra Cina ed India riportano una crescita vertiginosa pari a 250 miliardi di dollari nello stesso periodo;
  • gli scambi commerciali tra Cina e Vietnam dovrebbero registrare un incremento pari a circa 150 miliardi di dollari entro il 2020.

In realtà, considerando tutte le economie dei Paesi dell’ASEAN e delle altre nazioni asiatiche, si prevede una crescita degli scambi commerciali bilaterali con importi più consistenti del PIL cinese nel corso dei prossimi cinque anni.

La Cina si conferma come l’economia trainante del continente asiatico, e si stima che la classe media di consumatori del paese dovrebbe raggiungere la cifra di 600 milioni di persone entro il 2020. Nonostante i media tendano a drammatizzare il recente rallentamento della crescita cinese, sarebbe piu’ corretto affermare che il paese stia crescendo ad un passo piu’ contenuto, entrando cosi’ in una fase di stabilita’, come definita dal premier Li Keqiang .

Attualmente, le relazioni economiche tra Cina ed  ASEAN  costituiscono un rapporto di mutuo vantaggio. Se la Cina era precedentemente un concorrente nelle  esportazioni, è ora diventata uno dei più grandi mercati di consumo per l’ASEAN. Allo stesso tempo, gli stati membri dell’associazione del sud-est asiatico sono importanti destinazioni per le esportazioni cinesi. Un elevato numero di aziende cinesi si sta localizzando in Vietnam, Indonesia, Filippine, Malesia e Tailandia, i quali offrono una forza lavoro giovane e qualificata, ad un costo competitivo.

Se un paese di dimensioni estese come la Cina e’ in cerca di localita’ che forniscano prodotti alimentari e manifatturieri a basso costo, e’ di particolare interesse osservare quali delle seguenti nazioni possiedano la maggior quantità di lavoratori disponibili:

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Con una forza lavoro disponibile inferiore all’8 percento, risulta chiaro come il Vietnam – contrariamente ad alcuni auspici – non crescera’ emulando il suo vicino cinese per raggiungerne i record. Il paese suscita, invece, un elevata attenzione delle industrie che intendono delocalizzare una produzione a contenuto tecnologico ridotto. Per contro, piu’ simile alla Cina sia nei tratti demografici che per risorse, l’India e’ fino ad ora l’erede piu’ probabile. Tuttavia, i segnali che testimoniano rapida e qualitativa crescita in questo senso non sono ancora recepiti, nonostante una incoraggiante politica del governo di Modi stia implementando ambiziose riforme volte a modernizzare le precarie infrastrutture ed incentivare investimenti stranieri.

Nel frattempo, gli scambi commerciali tra la Cina ed i suoi vicini continuano a crescere, e godono dei benefici offerti dai trattati di  libero scambio e sulla doppia imposizione fiscale che la Repubblica popolare ha stipulato con queste nazioni. In particolare, questi accordi conferiscono due principali vantaggi: riducono i dazi di import/export ed offrono meccanismi di riduzione fiscale per le imprese internazionali. Inoltre, forniscono meccanismi per ridurre le passività per le imposte sul reddito, evidenziando le aree in cui i dipendenti inviati a prestare lavoro per un periodo limitato di tempo in questi paesi non sono soggetti ad imposte.

Dezan Shira & Associates sta contribuendo alle analisi sui corridoi commerciali e fiscali con la Cina attraverso le recenti riviste di seguito riportate:

Massimizzare i costi operativi disponibili in diverse regioni dell’Asia e comprendere che una nuova classe media di consumatori si sta sviluppando non solo in Cina, ma anche in India ed all’interno dell’ASEAN, sono fattori da tenere in considerazione nei prossimi vent’anni. Studiare e comprendere gli accordi di libero scambio e di doppia imposizione tra i paesi asiatici e’ la chiave per iniziare ad investire correttamente in queste regioni.


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