Investimenti Esteri: La Cina Presenta il Disegno di Legge della “Foreign Investment Law”
Il 19 gennaio 2015 il Ministero del Commercio cinese (MofCOM) ha pubblicato una bozza della proposta di legge sugli investimenti esteri per commenti riservati ad esperti presso il pubblico. La legge, nota anche come Foreign Investment Law, si prefigge di unificare le norme in merito agli investimenti stranieri, ridurre alcune delle barriere agli stessi, ed aumentare i controlli sull’elusione fiscale.
La nuova legge si auspica di introdurre cinque significativi cambiamenti.
1. Abrogazione della legge sulle società a partecipazione estera
Verrano abrogate le tre norme che, da piu’ di 25 anni, regolano gli investimenti stranieri in Cina: la Sino-Foreign Equity Joint Venture Law, la Wholly Foreign Owned Enterprise Law e la Sino-Foreign Contractual Joint Venture Law. La Foreign Investment Law permettera’ alle societa’ a partecipazione estera di investire in nuovi settori del mercato cinese e beneficiare di trattamenti sempre piu’ simili alle societa’ di diritto cinese. Inoltre, WFOEs, JV azionarie ad investimento straniero e JV contrattuali non saranno più soggette a regimi giuridici distinti.
2. Una definizione più ampia di investimenti esteri
La nuova legge definira’ in dettaglio il termine “investimento estero” o foreign investment.
Allo stato attuale, un investimento estero è definito come:
- La costituzione di una società in Cina.
- L’acquisizione di azioni, partecipazioni, quote di proprietà o diritti di voto in una società
- La fornitura di finanziamenti per una durata superiore all’anno agli enti di cui al punto 2.
- L’acquisizione e l’esercizio dei diritti di sfruttamento delle risorse naturali, nonché lo sviluppo e lo sfruttamento delle infrastrutture esistenti.
- L’acquisizione di diritti di utilizzo del suolo, di proprietà o di altri diritti reali su beni immobili.
- L’acquisizione di diritti e del controllo su una società di proprietà cinese attraverso contratti, trust o in qualsiasi altro modo.
Viene altresì considerato foreign investment un qualsiasi avvenimento societario che abbia preso parte al di fuori del territorio cinese e che risulti nell’acquisizione del controllo di una società cinese da parte di un’investitore straniero.
3. Il bilancio consolidato sostituisce la pre-approvazione
La maggior parte degli investimenti esteri, compresa la creazione di una nuova società, non avrà più bisogno della pre-approvazione da parte del Consiglio di Stato. Viene fatta eccezione, però, per investimenti che, quantitativamente, superano il livello stabilito dal Consiglio di Stato e che, allo stesso tempo, vadano ad approcciare uno dei settori contenuti nel futuro “elenco negativo”, conosciuto come negative list.
Tutti gli investitori stranieri, invece, devono presentare una relazione sul proprio investimento. Il report sull’investimento iniziale deve fornire i dettagli fondamentali circa l’investitore straniero – nome, domicilio, struttura organizzativa ed attività principale – e la natura della partecipazione stessa, come la quantità, origine, durata e rapporto rispetto ad altri investitori esteri. Per gli investimenti in una società cinese, il report, obbligatoriamente pubblicato ogni anno, deve includere informazioni basilari come: nome, posizione, capitale sociale, importo dell’investimento, la struttura patrimoniale e il bilancio d’esercizio. Approfondimenti ulteriori saranno necessari per quel che riguarda le politiche di trasferimento di prezzo e le principali cause legali pendenti.
4. Pre–approvazione solo per la negative list
Sul modello della negative list della Shanghai Free Trade Zone, il Consiglio di Stato pubblicherà un elenco negativo nazionale dei settori in cui gli investimenti esteri saranno limitati od addirittura proibiti. Sarà, inoltre, discrezionalità del legislatore imporre limiti sulla quantità degli investimenti.
Gli investimenti che superano il limite stabilito, inclusi quelli a “rate”, dovranno essere approvati preventivamente dal Consiglio di Stato stesso. Gli investimenti nei settori ristretti devono essere pre-approvati esclusivamente dagli organi provinciali o dal Consiglio di Stato. Il progetto di legge elenca inoltre altri fattori finalizzati all’approvazione, tra cui: il rispetto dei trattati internazionali, l’influenza straniera sulla produzione, l’impatto ambientale, i livelli di sicurezza e l’utilizzo delle risorse naturali.
5. Accertamenti intorno alla sicurezza nazionale
La Commissione di sviluppo Nazionale e la Commissione per le riforme, in collaborazione con altri ministeri, ospiteranno la Security Review per gli investimenti esteri ed avranno il compito di valutare se gli investimenti esteri costituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale.
Un investitore straniero può richiedere volontariamente un accertamento. Il Consiglio di Stato può inoltre avviare un’indagine in maniera autonoma. La legge stabilisce una serie di premesse per l’accoglimento di un accertamento: la telecomunicazione e Internet Security, l’influenza sulla stabilità economica, il controllo da parte di un governo straniero o l’accesso alla tecnologia cruciale per la sicurezza nazionale. L’elenco è volutamente mantenuto aperto poiche’ il Consiglio di Stato può indagare anche “altri fattori che ritiene necessari”.
A seguito di un esame, il Consiglio di Stato potrà decidere per l’approvazione di un investimento, impostarne le condizioni o vietare l’investimento stesso. Si noti che l’accertamento sulla sicurezza nazionale non è un requisito per la costituzione di una società e, come menzionato, se ne può fare volontariamente richiesta. Il governo si riserva di effettuare un accertamento di propria iniziativa. Si rammenta che all’investitore non e’ dato impugnare la decisione presa dal Consiglio di Stato.
Implicazioni per le VIE (Variable Interest Enterprises)
Ad oggi, alcuni investitori sono stati in grado di eludere norme che regolano gli investimenti, attraverso l’utilizzo di società ad interesse variabile o VIE. Con questo termine si intende una società di diritto, a capitale ed amministrazione interamente detenute da cittadini cinesi.
I fondi per la creazione della società sono prestati agli interessati cittadini cinesi da una WFOE (una Wholly Foreign Owned Enterprise – una società interamente di proprietà straniera). I cittadini cinesi e le neonate società “cinesi” devono successivamente sottoscrivere contratti aventi per oggetto diritti relativi all’azienda di diritto locale, come ad esempio la distribuzione dell’utile ed i diritti di voto. In questo modo, la VIE risulta a tutti gli effetti una società cinese, controllata, però, da investitori stranieri.
Le restrizioni saranno estese anche agli investimenti esteri verso le VIE. In questo modo, sarà molto più difficile aggirare le restrizioni imposte dalla legge cinese.
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